Come abbiamo raccontato, a marzo abbiamo partecipato al primo Forum Internazionale delle Assicurazioni etiche, dove CAES è stato presente in uno dei panel previsti nella giornata. Ecco alcuni appunti sparsi su quel che è stato detto, per voce dei protagonisti dell’evento.
Ha esordito Alvaro Porro Gonzàlez, Commissario dell’Economia Sociale, Sviluppo Locale e Consumi del Municipio di Barcellona, il quale ha affermato che le assicurazioni etiche sono in crescita. “Il Comune -ha spiegato- si vuole orientare verso politiche che coinvolgano le assicurazioni etiche. Sta già finanziando politiche degli alloggi utilizzando la finanza etica”.
Durante il seminario dedicato ai sistemi di finanza etica è stato detto chiaramente che oggi parlare di assicurazioni etiche non è più un ossimoro come un tempo. “Cosa fa una compagnia assicurativa con i nostri soldi? Come li investe?” ci si è chiesto, posto che l’impatto che hanno queste sue politiche può essere notevole. Secondo i relatori, il settore assicurativo si è salvato dalle critiche conseguenti alla crisi economica del 2008 ma è comunque uno dei principali responsabili in quanto le compagnie hanno sempre avvallato gli investimenti facili degli istituti di credito. “L’assicurazione è uno strumento di protezione e di rinnovamento sociale che va al di là del reddito economico. L’orizzonte è a lungo termine ed è la trasformazione sociale”.
Annika Cayrol, coordinatrice di Financité (Belgio), ha spiegato che Financité è sia un marchio che un’organizzazione che opera nell’ambito dell’istruzione nelle scuole (superiori ed università), nella formazione/counselling a favore delle imprese sociali, sostenendo le realtà e le esperienze locali (ad esempio esperienze di moneta complementare), e come movimento. È infatti strutturata come una rete di 90 organizzazioni rappresentative della società civile belga
“Finanza etica” in Belgio/Francia è sinonimo di scelta finanziaria come propensione personale; il significato è diverso da quello che viene dato in Spagna/Italia.
“La finanza militante sa che è necessaria per rispondere agli obiettivi climatici e di sviluppo sostenibile. Non ci sono norme giuridiche ma linee guida, tra cui quelle di EUROSIF, la principale associazione europea per la promozione degli investimenti sostenibili e responsabili (tra i cui membri figura l’italiano Forum per la Finanza Sostenibile). “In Europa -ha spiegato Cayrol- si adotta sempre più il riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Developement Goals). Servono infatti dei temi concreti su cui porre l’attenzione. In Belgio i fondi di sviluppo responsabile sono passati da 315 nel 2015 a 330 nel 2016, crescita dovuta al fatto che sempre più istituti di credito vi stanno investendo. Dal 2016 l’istituto più attivo in investimenti di questo tipo, per volumi raggiunti, è BNP Paribas”. Financité ha ritenuto necessario stilare una lista nera, sulla base di principi già validati in Belgio, delle imprese e degli Stati a cui vanno questi investimenti. Sui 330 fondi di “sviluppo responsabile”, 86 hanno degli asset che figurano in questa lista nera. In Belgio, 33 cooperative, 6 associazioni e 66 prodotti hanno ottenuto il marchio Financité.
Sergi Salavert, Coordinatore del marchio EthSI, ha spiegato che il marchio EthSI esiste da 10 anni. “Viene visto dai cittadini come uno strumento per poter ritornare all’originale significato dell’assicurazione: la mutua. Non è una semplice certificazione ma un percorso. Prevede la presenza di un Comitato di valutatori esterni ed indipendenti rispetto all’Osservatorio FETS che l’ha istituito. Questo comitato ha il compito di assegnare il marchio EthSI”.
Nel corso della giornata sono state raccontate anche diverse esperienze internazionali relative ad assicurazioni etiche. Jean Frèbourg ha parlato di Finansol, di cui è Membro del Comitato, la quale è presente in Francia dal 1997 ed è un marchio assegnato solo ai prodotti. Distingue la finanza in finanza di condivisione (si condividono gli interessi) e in finanza degli investimenti. Il marchio viene concesso a quei prodotti di investimento che hanno almeno il 5% di investimenti solidale ma viene analizzato anche il rimanente 95%. “Il Comitato Finansol ha tra i suoi obiettivi anche quello di fare formazione ai sottoscrittore di quote di investimento. Ha consentito di erogare 5 milioni di € direttamente all’economia solidale”.
Najia Lotfi, che ne è Presidente, ha raccontato della Cooperativa Halal e dell’agenzia assicurativa Takaful, di cui è responsabile: “Esistono circa 200 compagnie d’assicurazione islamiche nel mondo. Takaful significa ‘solidarietà’ e prevede che i fondi raccolti vadano a beneficio della società (inteso come collettività). La finanza islamica si può considerare etica a tutti gli effetti. La Cooperativa Halal è la prima cooperativa di servizi finanziari islamici in Spagna.
I premi raccolti vanno a costituire un fondo che viene utilizzato per la gestione dei sinistri, per pagare le provvigioni (fisse) agli agenti, per essere ‘rimpatriato’ nel Paese d’origine del partecipante (si tratta della quota cosiddetta “restituita” perché il fondo è di proprietà dei suoi partecipanti) e per essere investito in modo socialmente responsabile”. Dal 9 all’11 maggio ci sarà a Barcellona il Forum del finanziamento islamico in cui si parlerà anche di Takaful e delle possibili sinergie con altre realtà.
Anche la mutualità è stata al centro della giornata. Jolanda Trujillo, Responsabile marketing e comunicazione della compagnia Previsora General, ha spiegato che si tratta di una mutua che cerca di erogare valore solidale a favore dei propri mutualisti. Tra i servizi che annovera nei loro confronti vi sono:
un servizio giuridico legale gratuito, incluso nell’assicurazione. “Inoltre, durante la crisi economica iniziata nel 2008, in caso di perdita di lavoro dei propri mutualisti, Previsora ha erogato a loro favore contributi per sopperire agli stipendi mancanti”.
Leo Martinez, Direttore marketing di Mutuacat, ha chiarito:”Una mutua ha l’obiettivo di remunerare le persone e non il capitale. Al giorno d’oggi il concetto di mutua spesso si confonde con quello di ‘compagnia’. Il Gruppo ACM España dal 2015 è passato da mutua regionale a mutua locale (catalana) e si è dato tre valori da perseguire: la prossimità (la mutua ha anche acquisito il marchio catalano Ben Fet! che identifica le imprese che lavorano ponendo attenzione al territorio catalano); il catalanismo: promozione della lingua e della cultura catalane; la solidarietà”.
Albert Martì, Direttore commerciale del Gruppo ACM (Assurances Crèdit Mutuel) España, ha spiegato che “il gruppo si pone degli obiettivi sociali in qualsiasi azione esso svolga. Gli assicurati, dai 60 anni in su, pagano annualmente lo stesso premio indipendentemente dalle spese sostenute, che da quest’età in genere aumentano. Non si applica quindi il bonus-malus come fanno la maggior parte delle compagnie assicurative in ambito malattia e salute. Questa mutua porta quindi più equità nelle case degli assicurati. Il problema che riscontriamo è quello di come spiegare alla gente comune queste dinamiche ed essere quindi competitivi nel lungo termine”