“Aprite il vostro giornale – in un qualsiasi giorno della settimana – e troverete una notizia da qualche parte del mondo di qualcuno che viene imprigionato, torturato o giustiziato perché le sue opinioni o la sua religione sono inaccettabili per il suo governo. Il lettore del giornale prova un disgustoso senso di impotenza. Eppure, se questi sentimenti di disgusto in tutto il mondo potessero essere uniti in un’azione comune, si potrebbe fare qualcosa di efficace”.
Era il 1961 quando l’avvocato Peter Benenson scriveva queste parole in una lettera al quotidiano inglese “The Observer” per denunciare l’arresto arbitrario di un gruppo di studenti portoghesi -semplicemente per aver brindato alla libertà- da parte del regime di Salazar. Dalle pagine del quotidiano Benenson lanciò un “Appello per l’amnistia” che coinvolse e mobilitò migliaia di persone in tutto il mondo. Da quell’appello e da quella mobilitazione è nata Amnesty international che celebra nel corso del 2021 il suo sessantesimo anniversario.
In questi sessant’anni di attività e impegno per i diritti umani Amnesty International ha ottenuto la liberazione di decine di migliaia di persone imprigionate per le proprie idee o per i propri comportamenti.
Premio Nobel per la pace nel 1977, Amnesty International ha contribuito a restituire la libertà e la dignità a oltre 50mila persone, salvando tre vite al giorno. Nel 1981 ha lanciato la prima campagna mondiale contro le sparizioni forzate mentre l’iniziativa per l’abolizione della pena di morte lanciata nel 1989 ha posto fine a questa pratica orribile in decine di Paesi. Nel 2013, grazie anche all’impegno di Amnesty International, le Nazioni Unite hanno adottato il Trattato internazionale sul commercio di armi. Amnesty ha combattuto torture, arresti arbitrari, violazioni dei diritti umani, la violenza contro le donne e gli abusi contro migranti e rifugiati.
Anche in Italia, Amnesty continua la propria battaglia per i diritti di tutti, coinvolgendo e sensibilizzando l’opinione pubblica. Negli ultimi anni le iconiche bandiere gialle di Amnesty erano presenti nelle piazze che hanno chiesto “Verità e giustizia per Giulio Regeni” e “Free Patrick Zaki”. L’associazione è impegnata per la tutela dei diritti dei migranti e nella denuncia degli accordi tra l’Unione europea e la Turchia, oltre alla denuncia dei respingimenti in Libia. Negli ultimi anni, inoltre, Amnesty International ha posto sempre più al centro della propria azione l’impatto dei cambiamenti climatici sui diritti umani oltre al contrasto all’hate speech online.
Da alcuni anni CAES sostiene la sezione italiana di Amnesty International.